Saul di Vittorio Alfieri

In una Galilea metafisica e senza tempo, teatro di antiche e nuove tragedie, su una scenografia lignea, imponente, ispirata all’opera di maestri dell’arte contemporanea italiana, come Ceroli e Marotta, dopo decenni rivive il capolavoro in versi del nostro Teatro, nella messa in scena energica e visionaria di Stefano Sabelli, affiancato da giovani talenti diplomati al Centro Sperimentale di Cinematografia o formatisi alla SPAS Scuola Propedeutica d’Arte Scenica del LOTO.

 

S A U L
di Vittorio Alfieri

con
Stefano Sabelli Saul
Gregorio De Paola/Gianmarco Saurino Gionata
Bianca Mastromonaco / Eva Sabelli Micol
Giulio Rubinelli David
Fabrizio Russo Abner
Pasquale Arteritano Achimelech
e con
Angelo Miele bajan
Alessandro Miele violino
Maria Miele violoncello

scene e regia
Stefano Sabelli

arrangiamenti musiche Trio Miele

costumi Laura Riccardi e Chiara Ravizza
fondale di scena  Giovanni Tommasi Ferroni

luci Daniele Passeri
direttore di scena Vittorio Ziccardi

sartoria e attrezzeria Polvere di Stelle – Vasto
foto di scena Max Ferrante

 

 

“in Saul v’è di tutto, di tutto assolutamente” – Vittorio Alfieri

Esempio straordinario di una drammaturgia pura, ritmica e di perenne modernità, l’opera di Alfieri è costruita intorno a un protagonista di poliedrica ed emozionante complessità. Attraverso il ritmo impetuoso e incalzante dell’endecasillabo e a una recitazione necessariamente intensa e poderosa, la furia risolutiva di un re sconfitto, ma ancora sopraffatto dall’ansia di affermare la sua potenza, cresce e avvince fino alla catarsi finale.

Nella storia narrata da Alfieri in endecasillabi sciolti, David e gli altri bellissimi personaggi dell’opera, si fanno, per Saul, specchio e simbolo d’ogni umano e contraddittorio sentimento. Ciò ancor più evidenzia la dolorosa solitudine del vecchio Re d’Israele, quell’ondeggiare tempestoso del suo animo, fra bisogno di affetto e diffidenza, malinconia e ira, fino all’esplosione catartica della follia e dell’estrema libertà del suo sentire e agire, che lo rende così attuale. L’opera, in cui Alfieri stesso dichiara d’esservi “di tutto, di tutto assolutamente” e che lui medesimo amava interpretare, oggi più di ieri è ancor più necessaria perché in grado di graffiare l’anima d’ogni pubblico, permettendo di guardare, con lucidità e commozione, dentro le nostre miserie e le nostre grandezze.

Diviso in 5 atti, il Saul si consuma nell’arco di 24 ore, mantenendo dunque l’unità aristotelica, con circolarità temporale (alba, giorno, tramonto e notte). I primi 3 atti, riuniti nel I° tempo di questo allestimento che dura circa ’50, riguardano Notte, Alba e Giorno. Mentre il II° tempo, in circa ’40, raccoglie 4° e 5° atto: Tramonto, Sera e di nuovo Notte.

La Musica (partiture Klezmer e Requiem di Mozart, contemporaneo al Bardo di Asti), eseguita dal vivo dal Trio dei fratelli Miele, fa da contrappunto agli endecasillabi, esaltandone la potenza epica e lirica, con evocazione di vecchie e nuove diaspore e intifade. Un tessuto musicale che fa emergere con efficacia le molteplici verità di un personaggio straordinario e unico nel Teatro italiano. Per complessità, potenza e modernità, il folle Re alfieriano, avverso al clero e che teme il guardarsi dentro, nulla ha da invidiare ai grandi, folli Re shakespeariani.

 

Estratti da recensioni e commenti:

  • CORRIERE DELLA SERA – Saul, una nave pirata all’arrembaggio del consumismo. Allestimento energico e visionario della compagnia molisana, che Sabelli incastona in una Galilea metafisica e senza tempo, sintetizzata nell’imponente scenografia lignea ispirata all’arte contemporanea di Ceroli e Marotta. In un’ora e mezza, la potenza epica e lirica della solitudine di Saul, l’ondeggiare dei suoi stati d’animo tra malinconia e ira, l’esplosione della furia risolutiva di un re sconfitto ma non rassegnato, la follia e infine la scelta dell’estrema libertà del suicidio, sono amplificati dalla musica eseguita dal vivo dal Trio dei fratelli Miele, con partiture Klezmer e il “Requiem” di Mozart. – N. Di Stefano
  • LA REPUBBLICA – Sabelli è “Saul” una nuova veste per Alfieri”. A 35 anni di distanza da quando nel 1980 venne scritturato (nel ruolo di Gionata) da Renzo Giovampietro, in una storica edizione del lavoro, Stefano Sabelli firma regia e scena, e incarna lo stesso protagonista in una versione odierna dell’immane opera alfieriana. Dirigendo la Compagnia del Loto, ha fatto leva su una Galilea metafisica e su un impianto ligneo e imponente, dove ritrae l’ansia e il tempestoso animo del vecchio re d’Israele, che in un giorno passa dalla follia alla drammatica autoeliminazione. – R. Di Giammarco – 
  • TRIBUNA ITALIA – La Compagnia del Loto porta in scena una bellissima versione del Saul. Raramente capita oggi d’assistere a spettacoli di sì grande fattura come il capolavoro in endecasillabi di Alfieri, dal ritmo incalzante, portato in scena dall‘attore e regista Stefano Sabelli” – M. Rossi – 
  • LUMSANEWS.IT  – SAUL, di Alfieri torna in scena dopo 35 anni – L’operazione è lodevole e la messa in scena ben bilanciata. In un’ora e mezza assistiamo ai tormenti dell’anziano re, in lotta con la potente classe sacerdotale… La vicenda si sviluppa con un efficace crescendo di tensione. Buona prova degli attori… Molto belli anche i costumi e le musiche yiddish eseguite dal vivo dal Trio Miele. – A. Testa –
  • LA STAMPA – Piace l’Alfieri di Stefano Sabelli “i suoi versi sono come il rap”. Una versione che ha unito modernità e tradizione e una platea gremita di giovani che ha seguito in religioso silenzio il SAUL presentato in apertura della stagione “Parole d’Artista”. Al termine lunghi applausi e il ringraziamento per aver potuto rappresentare Alfieri nella sua città. – C.F.C
  • IL PICKWIK.IT – La Catarsi e la morte. Sabelli ha puntato all’evidenza, al pàthos e a ciò che significa tragedia nel senso classico del termine, rivolgendosi al cuore e al senso del testo di Alfieri… L’interpretazione di Re Saul è dello stesso regista che sembra davvero entrare in uno stato di trance da cui, sul finale, neanche i ripetuti applausi del pubblico, molto caloroso, lo distolgono. – S. Perrella
  • IL BENE COMUNE on line – Saul allestito e interpretato da Stefano Sabelli è assai più di uno spettacolo teatrale. E’ un azzardo, un laboratorio fecondo per chi gli ha dato vita e per chi vi ha preso parte da spettatore; una civilissima e rischiosa prova, per un progetto poggiato sull’estro, sulla professionalità, ma soprattutto sulla generosità del funambolico direttore artistico del “più bel Piccolo Teatro d’Italia” – A. Ruggieri
  • PRIMA PAGINA MOLISE – Il Saul del Loto, cattura lo spettatore con tutti i suoi aspetti di psicodramma che annullano l’incolmabile divario delle ere della Storia… Sabelli ancora una volta mostra l’azzardo della sua creatività, un azzardo che emoziona, l’incontro tra Alfieri e il Requiem di Mozart con in scena tre fratelli geni della musica, i fratelli Miele, a osannare con la loro bravura il connubio che altri non avrebbero mai osato. Per farlo con quel risultato bisogna chiamarsi Stefano Sabelli, il Saul ne è la prova. L’ennesima.E. Luongo
  • IL BENE COMUNE mensile – Un ruolo straordinario, a cui il multiforme ingegno di Stefano Sabelli, e la sua instancabile energia e ottima presenza scenica, ha dato vita sul palco del Loto… Lo spettacolo rende omaggio al Poeta d’Asti, ai suoi versi, ai suoi personaggi antichi ma drammaticamente moderni, tormentati, lacerati… Rende omaggio alla dignità della vita e dell’arte… Al forte sentire degli uomini veri. E ci riesce in pieno.M. Ciammarra
  • Blog – In un processo crescente di possessione medianica e metamorfosi dionisiaca Re Saul, si “insedia” nel corpo, nella voce, nella gestualità, nel volto di Stefano Sabelli… Tutta da godere, percepire, centellinare, assorbire la profondità poetica e affabulante di questa bellissima rivisitazione della tragica dolorosa solitudine di Saul… Un’altissima confessione tragica, che travolge e annienta le pause solenni dell’endecasillabo, prestato alla furia risolutiva di un re sconfitto e ancora sopraffatto dall’ansia di affermare la sua potenza.-  M.C. Barone
  • Blog – Compagnia di giovani di qualità indiscussa e Stefano Sabelli è un Saul superbo. Operazione coraggiosa ma di grande impatto. Il pubblico bisogna commuoverlo, suggestionarlo prendendolo a pugni nello stomaco, se necessario, tirarlo per i capelli, come sapeva fare il teatro antico, e far sì che esca dallo spettacolo diverso da come vi è entrato, mai rassicurato, ma sempre perplesso. Consiglio a tutti di non perdersi le repliche. – P.P. Giannubilo 
  • IBC web – Nello splendido laboratorio d’arte del LOTO, rivive una delle più significative opere del teatro italiano. Non esiste un confine netto tra la tirannia e l’eroismo che governano le azioni di un re e quelle che albergano nella mente di un uomo… Il Saul di Alfieri incarna perfettamente questo dualismo della personalità…. l’unica tragedia, che si ispira alla Bibbia, una trama complessa, articolata in endecasillabi che richiama e raccoglie i più avidi spettri dell’inconscio. V. Di Biase – 

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